Madri-Figlie:???

“Dietro a una grande donna c’è sempre una grande mamma”!
Il rapporto che lega una mamma e una figlia è complesso, importante ed essenziale. Un’ala calda e sicura sotto la quale proteggersi nell’infanzia, un modello da mettere in discussione per affermare la propria identità nell’età dell’adolescenza, una preziosa alleata da adulti e per tutto il resto della vita.
Non c’è bambina che non voglia imitare la sua mamma, che non metta le sue scarpe e i suoi vestiti, che non giochi a essere lei. Non c’è mamma che non abbia l’impressione accudendo la sua bimba ancora piccola di ricominciare a giocare con le bambole: via libera allora a fiocchetti e vestitini, si torna un po’ indietro nel tempo, si raccontano favole e storie di principesse. Poi dai 12-13 anni, a volte anche prima, le cose cambiano radicalmente, la figura materna deve in qualche modo essere rielaborata, emergono differenze caratteriali e generazionali, la figlia si prepara a spiccare il suo volo, a diventare grande; ed ecco allora i primi litigi… Ma è uno step fondamentale!
In questa fase, per crescere è assolutamente necessario staccarsi da mamma, a volte il troppo amore diventa una corda, una gabbia. In età adulta, acquisite certezze fondamentali, si può tornare sotto l’ala accogliente e protettiva della mamma, con la consapevolezza di avere acquisito la forza necessaria per volare via, da soli.
Ogni donna porta in sé la propria madre, ma è necessario con il tempo allentare questo rapporto simbiotico se si vuole acquistare la propria identità definita. Gran parte dei nostri complessi inconsci nasce infatti da questo rapporto, che lo stesso Freud definì “oscuro”.
C'è un momento nella vita di una donna, in cui si passa dall'identificazione con la madre alla differenziazione e questo dovrebbe avvenire in adolescenza. Il compito principale spetta alle madri, che devono consentire alle figlie, proprio in questa fase, di affermare la propria identità.
In che modo le madri possono sciogliere questo cordone ombelicale con le figlie? Per prima cosa allontanandosi, smettendo di fare ogni cosa per loro e di occuparsi in toto delle loro scelte e della loro vita. È molto complicato, perché le madri vorrebbero sempre il meglio per i figli e, soprattutto, identificandosi nelle figlie femmine, vorrebbero che seguissero la loro strada o i loro sogni mai realizzati. Invece dovrebbero accettare la differenza e soprattutto capire che i desideri di una molto spesso sono opposti a quelli dell'altra. Le figlie devono camminare con le proprie gambe, scoprire territori nuovi, sbagliare.
Le madri dovrebbero favorire questa separazione, per prima cosa sentendosi realizzate: in questo modo probabilmente non proietteranno sulle figlie bisogni di riscatti e realizzazione. Una donna soddisfatta è sicuramente una madre migliore.
In seguito bisogna portare le figlie a distaccarsi attraverso un conflitto, ma molte madri lo temono e vivono più un rapporto di amicizia con le proprie figlie. Una madre, quando la figlia sta crescendo, dovrebbe consentirle di essere altro e non di proiettarsi o specchiarsi in lei. Quelle donne che si vestono come le figlie adolescenti, per esempio, non permettono alla prole di distaccarsi e differenziarsi.

La prima regola è fidarsi della propria figlia. Non interferire, non sovrapporsi in continuazione, non essere sempre e solo giudicanti, ma iniziare piano piano a tirarsi indietro e attendere che le richieste di aiuto o di consiglio arrivino dalle figlie. Ed infine dar loro il messaggio: “è la tua vita, non la mia.”
Dott.ssa Federica Megaro
Laureata in Psicologia Applicata, Clinica e della Salute con indirizzo Devianza e Sessuologia PsicoSessuologa in formazione
Specializzata in Dipendenze Patologiche (in formazione)


Commenti

Post popolari in questo blog

TICKLING: si può godere con il solletico?

FROTTEURISMO: L’ARTE DELLO STRUSCIARSI FURTIVAMENTE

DISTURBI ALIMENTARI IN GRAVIDANZA: PREGORESSIA.