LA RUBRICA DELLE PAROLE: CONNESSIONE

Il termine CONNESSIONE prende le sue radici etimologiche dal latino conectere, letteralmente ‘unire insieme’. In Italiano la parola assume numerosi significati legati soprattutto al contesto di utilizzo, tuttavia in modo generale può essere identificata nella relazione stretta che vi è fra due oggetti o due idee in un rapporto di interdipendenza.

Il termine, tuttavia, nell’epoca della tecnologia si è affermato sempre di più nel linguaggio quotidiano come sinonimo di collegamento da parte dell’utente su un sistema informatico.  Ci connettiamo ad internet, ai vari social network, controlliamo la posta, lavoriamo, giochiamo, salviamo dati, facciamo shopping rimanendo connessi in questo mondo virtuale, ormai troppo concreto e pratico per essere sottovalutato.

Nei termini del digital marketing vi sono due generazioni tecnologiche per eccellenza: I Millenials, anche definita come la Generazione Y, e la Generazione Z.
Nella Generazione Y sono compresi tutti quegli utenti nati fra il 1980 e il 2000. Questa generazione è la prima della storia che vede adulti naturalmente affini alla tecnologia e ai suoi codici comunicativi. In Italia parliamo di 11 milioni circa di persone iperconesse e immerse quotidianamente nel mondo virtuale.  

Nella Generazione Z vediamo i ragazzi più giovani, nati dalla fine degli anni ’90 in poi, praticamente con lo smartphone in mano, nativi di un mondo già immerso nel digitale.
Tale definizioni, non certo psicologiche, ma più spostate verso il marketing e le modalità di utilizzo del mondo web, sono tuttavia interessanti. Quello che ci offrono è uno spunto di riflessione. La distinzione fra realtà virtuale e mondo reale diventa anno per anno sempre più labile. Questi ragazzi e giovani adulti vivono costantemente in quel mondo soddisfacendo in un modo del tutto nuovo i loro bisogni di appartenenza e la loro spinta alle relazioni sociali.

L’adesione al social network potrebbe essersi sviluppato seguendo linee evolutive fondamentali. L’uomo, in quanto animale sociale, è sempre vissuto in comunità nel corso della sua evoluzione. Il bisogno di una vita comunitaria, nonostante la nostra realtà sia globale e ampliata a diversi livelli, non è cambiata. Il social network rappresenta uno spazio comunitario rassicurante e prevedibile, dove è possibile incontrare volti familiari e condividere esperienze, oltre a vivere l’esperienza in sé di far parte di una comunità.

La bilancia dei rischi e dei vantaggi ondeggia in squilibrio costante. Per i giovanissimi sono molti i rischi: l’adescamento sessuale, eventi particolari come l’angusto e non chiaro fenomeno del ‘Blue Whale’, la smaterializzazione delle relazioni e la perdita di consapevolezza delle proprie emozioni, il cyberbullismo e ancora molto altro. La prevenzione dei rischi, la conoscenza e la consapevolezza dei mezzi e dei codici comunicativi appartenenti al mondo virtuale dovrebbero ormai entrare nelle nostre case e nelle nostre scuole. Pensare di astenersi, di rimanere disconessi e lontani sembra impossibile. Dovremo solo imparare a controllarne l’uso e ad insegnarlo ai nostri bambini.

Connettiamoci con loro e connettiamoci con il mondo, ma non solo attraverso un smartphone.

Cerchiamo la connessione anche nelle relazioni reali, nelle emozioni e nell'empatia.



Dott.ssa Giulia Tavilli
Laureata in Psicologia Clinica, con indirizzo ‘Devianza e Sessuologia’
In formazione per le specializzazioni in Dipendenze Patologiche e Psicologia Giuridica. 

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