STALKING: UN AMORE MALATO

Nel film CRUSH (2003) il bel rubacuori del college Scott viene perseguitato da un'ammiratrice misteriosa: quello che sembra un gioco, si trasforma però in un pericolo mortale.
Scott, atleta liceale nel pieno della forma, stella del calcio, un vero rubacuori, le ragazze che gli gironzolano attorno non mancano, compresa un'ammiratrice segreta. All'inizio la cosa un po' lo diverte, ma quello che era iniziato quasi come un gioco apparentemente innocente, si rivela ben presto un qualcosa di pericoloso, angosciante e davvero pericoloso.
Accanto a lui c'è spesso la tranquilla Jules, innamorata di Scott il quale, però, la vede solo come un’amica.
Tutti gli indizi portano, invece, a pensare che il misterioso stalker sia Bess, una timida e solitaria compagna di classe dai comportamenti molto strani e che sembra gelosa dell'amicizia tra Scott e Jules. Alla stessa Bess fa la corte un ragazzo, Jeffrey, la cui cotta per Bess diventa sempre più opprimente, mentre nel negozio dove lavora c'è Andie, che apparentemente ha una relazione con un altro collega… In realtà si scopre che è proprio lei la perfida stalker!
Molto più spesso di quanto si possa credere, l’amore, o ciò che erroneamente viene chiamato amore, degenera in comportamenti aggressivi fatti di violenze psicologiche o fisiche, di molestie o di vere e proprie persecuzioni.
A scivolare verso comportamenti di questo tipo sono persone che confondono drammaticamente l’amore con il possesso e, quindi, vivono la fine di una storia d’amore o il rifiuto, come un affronto imperdonabile, un affronto alla loro stessa identità. Iniziano allora a tormentare la persona oggetto del loro interesse delirante fino a renderle la vita impossibile: si appostano nelle vicinanze dell’abitazione o del posto di lavoro, spiano per ore ed ore i suoi spostamenti, controllano chi frequenta e dove va, minacciano e, in un numero tragicamente elevato di casi, la faccenda si conclude con l’omicidio.
Alla non-accettazione del rifiuto si aggiungono tratti ossessivo-compulsivi: l’intera vita di uno stalker ruota esclusivamente e in maniera persistente intorno alla propria vittima, e manifesta una serie di pensieri intrusivi e inarrestabili incentrati esclusivamente su di essa (visione a tunnel). I tratti compulsivi che caratterizzano lo stalker sono individuati nella ripetitività comportamentale, nell’ipercontrollo generalizzato e nella tendenza alla morbosità.
Gli stalkers preferiscono pensare l’oggetto della loro ossessione annientato, cancellato, morto piuttosto che vivo e libero, ma fuori dal loro controllo.
È importante ricordare che lo stalking non è un fenomeno omogeneo; dunque risulta difficile far rientrare i molestatori assillanti in una categoria diagnostica precisa e identificare sempre la presenza di una vera e propria patologia mentale di riferimento; la presenza, infatti, di un quadro psicopatologico riguarda una piccola percentuale della popolazione stalkizzante.
Molto spesso, anzi quasi sempre, lo stalking è collegato agli uomini. È vero, sono di più gli uomini che distruggono la vita di una donna, ma ricordiamoci che c’è anche una piccola percentuale (come nel film) di donne ossessionate da un determinato uomo.

“La violenza è semplice, le alternative alla violenza sono complesse…”. Questo è quello che dice Friedrich Hacke, ed ha ragione. Ma se vi trovate in una di queste situazioni non abbiate paura, anzi abbiate coraggio e  DENUNCIATE!



Dott.ssa Federica Megaro
Laureata in Psicologia Applicata, Clinica e della Salute con indirizzo Devianza e Sessuologia PsicoSessuologa in formazione
Specializzata in Dipendenze Patologiche (in formazione)

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