L'oscurità delle "terapie riparative".
L’omosessualità NON è una malattia ma una semplice variante
NATURALE del comportamento umano che comporta l’attrazione sentimentale e/o
sessuale verso individui dello stesso sesso.
Purtroppo esistono ancora oggi le cosiddette “terapie
riparative” che hanno lo scopo di curare gli omosessuali. Tali terapie procurano
delle gravissime conseguenze,in quanto, molto spesso gli individui sono
costretti dai propri genitori a sottoporvisi
perché non accettano l’omosessualità dei propri figli. Possiamo infatti parlare
non di “terapie”, ma di veri e propri maltrattamenti per il ricorso a misure estreme. Ad esempio,
in passato, le tecniche più utilizzate erano l’elettroshock ai genitali o la
castrazione. Oggi, invece, si basano
su training di condizionamento avversivo come l’induzione di nausea e vomito
mostrando immagini omoerotiche, oppure, la somministrazione di scosse
elettriche o, ancora, l’uso della preghiera. Queste tecniche posso sembrare meno scioccanti
ed estreme ma, in realtà, sono dannose e immorali tanto che sia l’American
Psychological Association sia l’American Psychiatric Association così come
l’Ordine nazionale degli psicologi italiani e tutti i più autorevoli organismi
che operano nel settore della salute mentale, hanno espresso che le terapie
riparative sono prive di basi scientifiche e che dunque oltre ad essere dannose
ed inefficaci, possono segnare gravemente le condizioni psichiche di chi vi si
sottopone.
Concludo con la
posizione ufficiale degli psicologi italiani sull’omofobia che nel 2011
afferma:”l’omosessualità non è una malattia da curare,
né un orientamento sessuale da modificare: affermare il contrario è una
informazione scientificamente priva di fondamento e foriera di un pericoloso
sostegno al pregiudizio sociale“.
Dott.ssa Jessica Guarino
Laureata in Psicologia Applicata, Clinica e della
Salute
Indirizzo “Devianza e Sessuologia”
Psicosessuologa in formazione
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