Conoscersi: IL PUNTO G
Il famoso Punto G, scoperto anatomicamente dal dottor
Grafenberg nel 1950 (da cui prende il nome) è una piccola protuberanza
spungnosa localizzata sulla parete anteriore della vagina ad una profondità di
circa 6-8 cm rispetto all’ingresso del canale vaginale. Tutti abbiamo sentito
parlare del Punto G, ma sappiamo riconoscerlo? Come si è appena detto, il Punto
G è la parte segreta del corpo femminile essendo posizionato in profondità, ma,
si può riconoscere subito al tatto per la sua ruvidità rispetto alle pareti del
canale vaginale. La sua stimolazione procura un piacere estremamente intenso che
può portare la donna alla cosiddetta “eiaculazione femminile” , ovvero,
l’eiezione di liquido dall’uretra. La produzione di tale fluido da parte di
alcune donne( bisogna specificare che non tutte le donne hanno la stessa
sensibilità, e, che dunque non tutte “eiaculino” nello stesso modo) può essere
paragonata con l’eiaculazione maschile anche se questi due fenomeni non possono
sovrapporsi completamente, questo perché l’eiaculazione maschile presenta due
componenti: l’emissione e la contrazione ritmica dei muscoli. Nella donna,
invece, può mancare la componente dell’emissione, la quale, comporta
l’immagazzinamento dei fluidi in
vescica. Alcune donne, per provare il
piacere legato allo “squirting”,dovuto
alla stimolazione, appunto, del Punto G, ricorrono a dei veri e propri
“ritocchi intimi”. Dal 2005, infatti, in Francia, sono moltissime le donne che
hanno deciso di sottoporsi
all’operazione di rigonfiamento del Punto G con una serie di iniezioni
all’acido ialuronico. In realtà, per far
sì che la donna percepisca il piacere offerto dal Punto G, basta una semplice
stimolazione. Le stimolazioni del Punto G possono essere varie, si preferisce
comunque il tocco della mano che deve a poco a poco aumentare di intensità e
tale gesto, può poi essere accompagnato con la stimolazione contemporanea del
clitoride con l’altra mano; altre donne preferiscono che la stimolazione
avvenga con i sex toys appositamente
pensati per far raggiungere l’orgasmo; altre ancora prediligono la penetrazione
per raggiungere l’orgasmo, dunque, bisogna ricorrere a delle posizioni che
offrono una maggiore stimolazione del Punto G come la cosiddetta “pecorina”( posizione in cui la donna si trova
a quattro zampe e l’uomo in ginocchio la penetra tenendola per i fianchi), la
donna sopra al partner, o, ancora quella del missionario cercando, però, di
sostenere i fianchi della donna.
La stimolazione del Punto G, e dunque il piacere che da esso
deriva, è una sensazione che varia da donna a donna. Ricordiamo che per una
stimolazione piacevole è fondamentale che la vagina sia lubrificata. Bisogna
poi trovare il ritmo giusto del movimento e la pressione più gradevole per la
propria partner. C’è comunque da dire che, ad oggi, solo il 66% delle donne può godere dei piaceri legati
al “punto del sole” ( così chiamato dagli orientali nell’antichità nei loro
testi filosofici e religiosi), in quanto nella comunità scientifica sono
presenti ancora dei dubbi sulla sua esistenza.
Una curiosità, infine, legata al Punto G è che con l’età diventa più
sensibile questo perché in età giovanile i livelli di estrogeni sono molto
elevati e di conseguenza il rivestimento vaginale è troppo spesso per poter
stimolare nel modo giusto il Punto G. E’ proprio per questo che quando non si è
raggiunta ancora la maturità gli orgasmi più intensi sono quelli
clitoridei. Quando i livelli di estrogeni cominciano a diminuire dopo i 30
anni, il rivestimento vaginale diventa più sottile e il Punto G più
accessibile. Non è un caso dunque che le donne mature siano sessualmente più
esperte e soprattutto pienamente consapevoli delle loro zone erogene.
Conoscere il proprio corpo può essere stimolante e piacevole
perché c’è sempre qualcosa da scoprire, qualcosa da sentire, qualcosa da
percepire e qualcosa per cui godere. Il sesso è bello, il sesso è piacevole,
rendiamolo ancora più speciale per approfittare dei benefici che può regalarci.
Dott.ssa Jessica
Guarino
Laureata in Psicologia
Applicata, Clinica e della Salute
Indirizzo “Psicologia
della Devianza e Sessuologia”
Psicosessuologa in
formazione
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